Filopatridi

FARDINANDO GALIANI (1779)

Non per pubblica autorità, ma di nostra spontanea volontà associatici in amichevole nodo abbiamo assunto il nome di Accademici Amici della Patria per quell’antichissimo dritto, che regna tra gli Italiani di potersi denominare Accademici di qualunque genere di studi, o d’arte liberale, tutti coloro, a cui ciò venga in pensiere.

L’oscurità, in cui ci siam determinati a restare, non è un effetto di modestia; nè noi vorremmo far quì pompa d’ una virtù, che confina colla sepolta inerzia. Nasce solo e da timidità, e da necessaria economia.

Primieramente non sapendo quale accoglimento farà il Pubblico , ingombrato di prevenzioni contro il dialetto Napoletano, a questa nostra intrapresa, e temendone rossore , e mortificazione invece di applauso, non abbiamo avuto coraggio di nominarci, finche l’ esito felice non ce lo ispiri .

Inoltre, e questa è stata potentissima ragione, è ben noto l’ abominevole abuso, che regna tra noi, di voler tutti aver in dono i libri dagli autori: abuso cresciuto a segno, che quello scrittore, che commette l’imprudenza di nominarsi, può ben esser certo, che donando perde un libro , niegandolo perde un amico.  Or siccome la nostra società non ha altro fondo a continuar l’edizioni de’più gustosi nostri scrittori divenuti rari , e di molti inediti, che ci siam prefissi di pubblicare, se non che la speranza d’una copiosa vendita , era necessario tenerci nell’oscurità per poter negare a tutti d’esser gli autori, e così salvare gli esemplari, e gli amici.

 

GIACOMO BUGNI (1878)

Ma chi erano questi Filopatridi?
Li accenna il Galiani nel suo trattatello del dialetto napoletano. Eran dessi quattro onorevoli cittadini, che si crearono accodemici senz’accademia, e si soprannominarono: Janne Femmeniello, Notà Pettolone, Lo Ciclopo e Lo dottore Chicchia Pannocchia.

Ora il nobile pensiero di quel valentuomo che fu il Quattromani, sarebbe rimasto senza effetto, se ad attuarlo non si fosse mosso il signor Luigi Chiurazzi con uno zelo che gli fa onore.

Questi fu che raccapezzò i primi dodici accademici a sottoscriversi al foglio d’invito pubblicato dal rimpianto Quattromani. Ciò gli riusciì agevole mediante la conoscenza intima degli scrittori in dialetto fatta per mezzo specialmente del suo giornale Lo Spassatiempo. 

Così, raccolto un piccol numero di persone, vennero a formarsi le sessioni preparatorie, e fu compilato lo Statuto che poscia da un componente numero di Soci Venne discusso, ed il giorno 2 dicembre dell’anno 1877 approvato nella sala Filarmonica Bellini in Santa Maria di Caravaggio.